Esercizi di stile e quotidiane illuminazioni

domenica 8 febbraio 2009

Viaggi e divani

Partire è un po' morire, dicono. Martedì ho un volo da prendere per gli Stati Uniti e venerdì alle 8 di mattina sarò già in Italia. Accompagno il capo che accompagna il suo "capo". Mi domando cosa ci sia di tanto particolare nel viaggio. Eppure è così da sempre. L'anticipazione, il percorso, l'arrivo a destinazione, il rientro a casa, le tracce - ricevute, buste, biglietti, un pass, - che restano in giro anche dopo. Ho passato il sabato in un centro commerciale a cercare una valigia più bella e scarpe comode ma con il tacco (una contraddizione in termini). Diciamo che ho cercato di placare un po' la mia insicurezza: il giocare fuori casa mette sempre un po' di soggezione. Succede ai calciatori professionisti figuriamoci se non deve succedere a me. E anche i "grandi" uomini di Stato che viaggiano di continuo, si muovono sempre con una corte di gente: si portano dietro una fetta di casa. Noi dello "staff" siamo le conchiglie per questi paguri con manie di grandezza.

A fine mese Africa. Sto accettando di viaggiare, di lasciare la mia scrivania. Ho sempre detto che sarei stata più efficace con le mie cose a portata di mano. E infatti con internet, fax e blackberry il mio capo lo raggiungo ovunque. E continuo a pensare che sia vero. Ma vero anche che così non vedo mai il prodotto del mio lavoro. Preparo discorsi, scrivo interviste e non so mai che ne è poi stato. Vero pure che se gli sono accanto gli servo eccome. Lui viaggia più comodo. Io mi estinguo come la fiamma di una candela a fine cera. E poi si riprende in ufficio con tutto l'arretrato accumulato in mia assenza. Ma è pure bello staccare, "morire" per qualche giorno e poi tornare alla vita di sempre. Anche se non avrò tempo di visitare, mi potrò guardare intorno. Annusare l'aria. In questo internet può poco. Così come non credo che il libro verrà mai rimpiazzato così penso che le video conferenze non potranno mai soppiantare i viaggi e viceversa. Grazie alla rete io sono ovunque dal divano di casa. Quanto adoro il mio divano: cose belle, il mio divano con sopra le due coperte che arruffate mi fanno da cuccia. Cose belle, scoprirsi capaci di viaggiare all'altro capo del mondo e tornare un po' più "grandi".

1 commento:

  1. mi mancherai tantissimo.
    Cosevbelle di oggi: accorgersi che si ancora, un poco, capaci pensare di essere critici di fronte ai telegiornali, di pensare che "la libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro" ed essere amcora capaci di chiedersi se oggi si ha questa libertà....
    bacio,
    criceto

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